Il Comitato di Jesi
Il Comitato di Jesi, ha sedi in diverse città della zona: a Jesi, Staffolo e Monsano. Conta 414 Volontari e 5 dipendenti, opera nei territori dei Comuni di: Jesi, Filottrano, Chiaravalle, Camerata Picena, Monsano, Monte San Vito, Montemarciano, San Marcello, San Paolo di Jesi, Santa Maria Nuova e Staffolo.
Il Comitato di Jesi agisce come articolazione territoriale della Croce Rossa Italiana. E' un’associazione di diritto privato senza scopo di lucro riconosciuta come “Organizzazione di Volontariato” (ODV) ai sensi del Codice del Terzo settore.
Il modello organizzativo del Comitato è basato sulla distinzione tra funzioni di governance (di competenza del Consiglio Direttivo) e di management (di competenza della struttura di gestione, che include lo staff, i responsabili/delegati tecnici d’area e i referenti di attività, cui è affidata la supervisione e conduzione operativa), ferme restando le competenze dell’Assemblea dei Soci, del Consiglio Direttivo e del Presidente previste dallo statuto.
La struttura organizzativa è quindi composta dal Consiglio Direttivo, dal Presidente (membro del Consiglio Direttivo), dagli organi statutari dell’Associazione, e da sei Aree organizzative, cui afferiscono risorse di staff e referenti di attività e progetto. Inoltre, allo scopo di supportare il Consiglio Direttivo e la Presidenza nell’implementazione della strategia e nello sviluppo delle relazioni esterne, è prevista la figura del Segretario dell’Associazione.
I Sette Principi della CRI
Umanità
Imparzialità
Neutralità
Indipendenza
Volontarietà
Unità
Universalità
Henry Dunant
“Nell’Ospedale e nelle chiese di Castiglione sono stati depositati, fianco a fianco, uomini di ogni nazione, Francesi, Austriaci, Tedeschi e Slavi, provvisoriamente confusi nel fondo delle cappelle. Non hanno nemmeno la forza di muoversi nello stretto spazio che occupano. (…) Mi diceva qualcuno di questi infelici “Ci abbandonano, ci lasciano morire miseramente, eppure noi ci siamo battuti bene!”. Malgrado le fatiche che hanno sopportato, malgrado le notti insonni, essi non riposano e, nella loro sventura, implorano il soccorso dei medici e si rotolano disperati nelle convulsioni che termineranno con il tetano e la morte”.